L’ora più leggera

Un lunedì sera piattissimo.
Fuori fa freddo, la gente non esce. 
Io me ne sto in ufficio a sistemare fatture e leggere mail, cercare ricette, pensare.
A un certo punto apro Twitter, vado indietro nel tempo, mi rileggo. 
Sospendo il giudizio.

Oggi pomeriggio sono stata in centro, dopo tanto. 
I marciapiedi erano affollati, nonostante fosse lunedì, nonostante fossero le 16.
Pedalavo piano con la felpa tirata fino a sotto il mento, delle canzoni non mie nelle orecchie,  lo sguardo distratto che saltava da una vetrina all’altra.
Mi rendo conto di quanto tempo trascorro, durante le mie giornate, senza parlare con qualcuno, a galleggiare o immersa nel silenzio.
Inizio a bastarmi.
- Nessuno dice che la solitudine sia piacevole. Ma si può anche stare da soli. 

Da mesi volevo cambiare sport, finalmente lo sto facendo.
Sabato e domenica non sono riuscita a dormire per quanto mi facevano male i muscoli.
Ed è una sensazione bellissima.
Venerdì pomeriggio mi sono appesa a una sbarra per fare il mio primo toes to bar (goffissimo, brutto, sporco) e la cosa migliore è che non ho pensato agli addominali e alla pancia piatta, ho pensato solo che dovevo riuscirci, che dovevo farne dieci e che dovevo farne dieci per il maggior numero di volte possibile all’interno di quell’intervallo di tempo.
Con le mani sporche di magnesia come avevo visto fare dagli altri.
Il sudore lungo la schiena.
A un certo punto ho pensato mi si staccassero le spalle, dal male che sentivo.
“Ma come faccio a sollevarmi?”
“Ok, non riesco più nemmeno a saltare”
“Cazzo ancora due giri”
Arrivi all’ultima serie con la sensazione di dovertelo inventare, il modo,
perché di forza non ne hai più.
(E non solo devi riuscirci, ma devi anche tenere l’hollow conclusivo,
 altrimenti la ripetizione non vale.)
Alla fine ho pensato: “Mi viene da vomitare e per la prima volta in vita mia
sono felice di questa sensazione”
Molti sportivi odiano il CrossFit perché è uno sport “da sfinimento”.
Non c’è estetica, ma solo performance. Solo il tuo corpo che deve sollevare, scattare, saltare, fare dieci flessioni e rialzarsi, non esistono pause, recuperi, fiato, dolore.
Ti ricorda che sei un animale.
E io ho estremamente bisogno di dimenticare tutto
ciò che è razionalità e schema, sovrastruttura e posa, sentimento e alibi.
Quell’ora al giorno in cui sono solo muscolo, fatica, fiato corto e testa che gira è
la mia ora più leggera.
Perché la fatica è un’educazione alla solitudine, la disciplina un metodo per la libertà.

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