2018

- Fammi leggere quello che hai scritto ieri.
- Pfff, non è niente, non ho nemmeno riletto.
- Dai, su.
Ti passo il cellulare, aperto sull’ultima nota.
Mentre leggi mi guardo attorno, ogni tanto osservo te, che sorridi, che torni serio, che scuoti la testa. Ascolto i discorsi della coppia di fianco a noi, contemplo la loro banalità, mentre io soffro nel mio mal di testa e penso alla ricetta medica falsificata che ho in borsa.
Finisci di leggere, mi ripassi l’iPhone.
- Vaffanculo.
- Perché?
Mi lanci una forchetta, quella rimbalza e cade a terra, toccando il piede di quello di fianco a noi.
Io rido, coprendomi gli occhi, fintamente imbarazzata.
- Sei brava, cazzo.
Alzo le spalle.
- Tu devi scrivere.
- Vedremo.
- E’ buono, devi solo riuscire a mantenere il non-detto, lasciarlo intendere senza che si capisca.
- Lo so, sono scivolata in un paio di punti, ma l’intento sarebbe quello.
Ci guardiamo per un attimo.
- Ti odio.
Dici, ironico, mentre affondi nella sedia e sbuffi, guardando di lato.
Arrivano le nostre pizze.
- Buono questo origano - commento.
- Voglio solo andare a dormire - mi rispondi, piegando una fetta.

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